Descrizione
Quando i legami sono troppo forti, e anche il solo nominarli ripropone quel mondo di relazioni, di suggestioni e di soggezioni, di necessità si stabiliscono delle distanze, dei nascondimenti, per attenuarne l’ansia, e riconoscerli è compito assai arduo per il lettore, che a volte preferisce passare oltre senza soffermarsi sull’amore e sul dolore che vi si accompagnano. Indagare da questo angolo di visuale il legame di Vincenzo De Cunzolo con la sua terra, per come ci appare dai suoi versi, permette di leggere in trasparenza altri legami, che si lasciano appena percepire, per il senso di solitudine e d’inadeguatezza che li caratterizza. Questo primo libro di poesia di De Cunzolo (scelta felice da un vasto materiale magmatico, secondo i preziosi suggerimenti di una importante poetessa, Santa Costanzo) ci permette non tanto di aprire una finestra che dia luce sul suo mondo interiore, ma di intuire, indirettamente, molto indirettamente, un mondo ricco, profondo, che ancora non si sa pienamente disvelare.
Versi che sono parole trattenute (esattamente il contrario del carattere estroverso, esuberante dell’autore), sussurrate, mai esibite, mai gridate, perfino intimiste: “Ogni giorno / sussurro i miei pensieri / al sole”. Occhi sorpresi che guardano le stelle, il sole, la luce come se mai li avessero visti, sguardo di fanciullo che enumera i propri passaggi per lenire gli strappi, le separazioni.
Da Il respiro trattenuto delle cose, di Alessandro Cabianca
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