Fernando. Artigiano di azioni luminose e splendide

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La tua, come la nostra, è stata una vita senza acuti, senza record olimpici. Una vita ordinaria, ma di quell’ordinario originale che riesce soltanto agli artigiani di mani provette e di gusto solido e di buona cultura, capaci di suonare, contemporaneamente e con maestria, diversi strumenti: sposo, padre, nonno, insegnante, sindacalista (ma meglio sarebbe dire cittadino impegnato, informato, responsabile, partecipante). Un polistrumentista con le mani su più tastiere, senza sbagliare un accordo. Rimanendo un punto di riferimento, un amico a cui confidare, una persona tranquilla che non dimentica di prendersi cura dei vicini e dei lontani.

Emidio Pichelan

L’autore

Emidio Pichelan, dopo una prima formazione a Cuba (La Habana) e in Spagna (Salamanca), si è laureato in Lettere Moderne e in Scienze Politiche presso l’Università di Padova. Insegnante di scuole medie e impegnato nel mondo sindacale, a partire da metà degli anni Ottanta del secolo scorso ha lavorato con la Cisl nazionale, occupandosi di mercato del lavoro, di Welfare State, di sistemi scolastici comparati e di formazione continua. Membro dei consigli di amministrazione del CEDE (Centro Europeo dell’Educazione di Frascati) e del CEDEFOP (Centro per la Formazione Professionale dell’Unione Europea), oltre che assistente del Centro Studi Cisl di Fiesole. Ha pubblicato numerosi volumi dedicati alla storia locale padovana, in particolare del comune di Pontelongo dove abita, tra cui Scusate il disturbo, stiamo imparando (overview editore, 2017), dedicato al decennio di sperimentazione scolastica attivato nella scuola media statale Giacomo Leopardi di Pontelongo.

Descrizione

E così, mercoledì non possiamo vederci.
Le parole dell’ultima telefonata di Fernando Bertotti a Emidio Pichelan prendevano atto dell’insediamento tra loro del bicho malo, la malvagia bestiolina che sconvolgeva la quotidianità delle nostre esistenze e il modo di lasciare questo mondo: triste, solitario y final. A Fernando è stato risparmiato lo sfregio del ritorno sulla scena occidentale di un conflitto armato e dell’incubo nucleare che credevano – ingenui, sognatori, stupidi? – espulsi per sempre dall’orizzonte della nostra antica civiltà.
Soffia impetuoso il vento della regressione negli antichi “ismi” e nel sonno della ragione. Ammoniva Primo Levi: È capitato, quindi può capitare di nuovo.
Quella che viene raccontata in queste pagine è la storia di un vir probus et gravis e di due amici che, nel bel mezzo di estremismi muscolari, contaminati dalla follia di Georg Bernard Shaw e di Albert Einstein, destinati a qualcosa di più/ che a una donna ed un impiego in banca, si ostinavano a voler cambiare il mondo e a costruire il Welfare State.
È la storia di un riformismo pragmatico, di una partecipazione democratica e di una mobilità sociale, indotta dalla scuola di massa, ineguagliati nella storia repubblicana.

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