premessa alla collana2025-06-10T16:05:59+02:00

La realtà organizzata: teoria e metodo per una gestione efficiente

premessa alla collana

Dialogica: scienza del linguaggio e delle interazioni, strumento analitico e metodologico per le realtà organizzate

Crescat scientia vita excolatur

Scrive L. Wittgenstein che “Il nostro linguaggio può essere considerato come una vecchia città: un dedalo di stradine e di piazze, di case vecchie e nuove, e di case con parti aggiunte in tempi diversi; e il tutto circondato da una rete di nuovi sobborghi con strade diritte e regolari e case uniformi”. Pertanto, “immaginare un linguaggio significa immaginare una forma di vita”.

Se prima di Wittgenstein la proprietà del linguaggio era considerata in termini di scambio di informazioni tra i parlanti, grazie al suo contributo si introduce l’esistenza di una proprietà che sussume quella comunicativa e che riguarda il potere generativo del linguaggio, come strumento di configurazione1.

È a partire da questo assunto che nasce la Dialogica2, una scienza che conferisce statuto scientifico alle interazioni che si generano nell’uso del linguaggio fra tutti i membri della specie umana. La fitta trama di interazioni costruisce, produce, genera una realtà che consente alla specie umana di appartenere, abitare, stare, convergere, dividersi, contrapporsi, definire obiettivi: è il linguaggio naturale (o, altrimenti detto, ordinario) che consente alla nostra specie di interagire e configurare una realtà di senso, in virtù delle modalità attraverso cui si manifesta nel suo uso.

La Dialogica parte dal presupposto che il linguaggio sia una caratteristica specie-specifica che contraddistingue la specie umana: non è possesso di qualcuno né si declina in modo differente in base al luogo (o in base all’ambito) in cui un membro della specie umana ne fa uso. Infatti, il linguaggio si distingue dalle lingue che, per quanto siano un prodotto filogenetico del primo, hanno una caratterizzazione locale (tant’è che sono chiamate idiomi). Le lingue sono una manifestazione, un depositato particolare di un processo che accomuna tutti i membri della specie: è grazie al linguaggio, oltreché alle caratteristiche genetiche, che tutta la specie appartiene ad un’unica Comunità, la Comunità degli interagenti/parlanti.

La Dialogica, inoltre, asserisce che il linguaggio si basa su regole proprie: le Regole d’uso del linguaggio, definite Repertori discorsivi. Sono queste ultime che, interagendo tra loro, conferiscono un valore (il “valore d’uso”) a quelle che chiamiamo “parole” negli idiomi sillabici. Quando si interagisce, la realtà è configurata in virtù dei valori d’uso che assumono le parole che impieghiamo e questo fa sì che lo stesso contenuto, la stessa parola3, possa assumere diverso valore (di configurazione di senso) in base a quale Repertorio discorsivo lo veicola: lo stesso contenuto può configurare diverse realtà di senso pur nell’impiego della stessa parola a seconda del Repertorio discorsivo a cui appartiene. Vi sono alcuni valori d’uso che, nel corso del tempo, sono diventati significati nell’impiego idiomatico e che, in quanto tali, sono stati depositati nel Dizionario di ogni lingua specifica. In questo modo, la lingua ha blindato un valore che si è consolidato all’interno di una particolare area; tuttavia il potere generativo del linguaggio fa sì che il valore d’uso, nell’interazione, possa continuamente cambiare (e, di fatto, continui a farlo) e che il significato riportato nel Dizionario possa mutare laddove si consolidi un altro valore. Quindi, in virtù del valore d’uso, si genera la realtà (di senso), non (solo) a partire dai significati depositati nel Dizionario.

Ora, dal momento che la Dialogica ha mappato le Regole d’uso del linguaggio (ventiquattro Repertori discorsivi), in termini scientifici, diviene possibile analizzare le produzioni testuali (discorsive) che si generano nell’interazione fra i membri della specie, indipendentemente dagli idiomi impiegati (sia alfabetici che ad ideogrammi). Diviene possibile anche osservare il valore d’uso che si genera da una precisa, puntuale, interazione tra il contenuto e la Regola d’uso che lo veicola, indipendentemente dal significato che caratterizza la lingua di riferimento.

I ventiquattro Repertori discorsivi sono rappresentati in una Tavola Periodica Semi-radiale (si veda Figura 1), così come la Chimica rappresenta gli atomi che compongono la materia nella tavola periodica degli elementi. In base alla posizione in cui sono collocati, assumono un peso che consente di poter offrire un dato di misura della configurazione discorsiva che si genera nell’interazione (nell’uso del linguaggio) tra i membri della specie. Tale peso è definito Peso dialogico ed è espresso in valore numerico. La disponibilità di questa unità di misura rende possibile misurare il peso di una configurazione discorsiva (il testo prodotto nell’interazione fra membri della specie), così come è possibile misurare il peso di una configurazione atomica (per esempio una molecola).

Il dato di misura del valore (del peso) delle interazioni che si generano apre spazi di azione fino ad ora impensabili. Infatti, a fronte del dato di misura osservato, gli interventi progettati possono essere calibrati in modo da modificare il peso della configurazione di partenza, in base alle esigenze definite ed espresse attraverso opportuni obiettivi. Al termine dell’intervento, raccogliendo la (nuova) configurazione discorsiva ottenuta, diviene possibile valutare l’efficacia dell’intervento stesso, confrontando la misura della prima con la seconda, per osservare un eventuale scarto. Diviene possibile rispondere alla domanda: “l’intervento ha consentito alla configurazione di andare verso l’obiettivo definito?”. E, laddove necessario, si possono progettare ulteriori interventi correttivi, sempre per raggiungere tali obiettivi. Risulta altresì possibile valutare e misurare, in anticipazione, quali possano essere gli scenari interattivi generabili in futuro, a fronte delle aspettative e/o necessità che gli interagenti auspicano, immaginano o richiedono (e talvolta desiderano) che si verifichino; così come diviene possibile analizzare, valutare e misurare il contributo che ogni interagente può offrire all’interno di una certa comunità (informale, istituzionale e/o organizzata).

Il dato scientifico di misura consente di entrare nel merito dell’incertezza che caratterizza, intrinsecamente4, le interazioni fra membri della specie. Incertezza che possiamo conoscere e governare, ancora una volta, divenendo gestori delle Regole d’uso del linguaggio. Infatti, il contributo della Dialogica consente di osservare le Regole d’uso e come l’incertezza stia nelle infinite combinazioni in cui queste interagiscono, che si manifestano in configurazioni sempre diverse, per quanto sempre generate nell’interazione fra i ventiquattro Repertori Discorsivi. Pur non potendone controllare la manifestazione5, il loro governo consente di osservare precisamente che realtà si sta generando, permettendo di produrre delle anticipazioni, scientificamente fondate, su quali altri scenari potranno verificarsi a fronte del primo.

La Dialogica, in quanto scienza del linguaggio e delle sue modalità d’uso, si pone, quindi, come riferimento scientifico trasversale a qualsiasi ambito di applicazione e interesse che la specie umana definisce come tale: è possibile asserire che nessun intervento ci è precluso nelle produzioni discorsive, soprattutto in ambito organizzativo. Se governiamo ed entriamo nella dimensione del processo di configurazione (discorsiva), allora possiamo utilizzare il processo medesimo e generare realtà (interattive/discorsive) diverse da quelle disponibili sino ad un certo momento. Quest’ultimo aspetto, che può apparire tanto banale quanto retorico, comporta un vero e proprio scarto paradigmatico in termini conoscitivi (e dunque scientifici). La Dialogica, infatti, consente di operare lo stesso scarto di paradigma che la fisica classica ha compiuto transitando nella fisica quantistica (o, altrimenti detta, delle particelle): passare da una dimensione continua (in cui ogni stato della realtà ha un proprio antecedente e conseguente), ad una discreta, in cui ogni punto di configurazione ha un proprio statuto indipendente da altri punti di configurazione, tanto da poter passare da un punto all’altro senza toccare, eventuali, punti intermedi. Questa indipendenza, tuttavia, non impedisce di potervi interagire, generando così la configurazione complessiva. Per cui, stante che per la Dialogica ogni parola (unità simbolica) trae il proprio valore nell’uso che se ne fa (il singolo punto di configurazione), grazie alla Tavola delle Regole d’uso (i summenzionati Repertori discorsivi), diviene possibile misurare, attraverso un valore numerico, il peso di ogni configurazione generale (l’Assetto dell’Organizzazione, di una squadra di lavoro, l’implementazione di un progetto/servizio, etc.).

Ciò consente, al mondo delle Imprese, di disporre (verrebbe da scrivere: finalmente!) del supporto conoscitivo per entrare nel merito dei processi organizzativi che generano la realtà (si legga configurazione) aziendale. Così come si dispone della misura dei tempi di produzione, dei costi e della quantità di materiale, delle necessità logistiche e di trasporto, della numerosità delle risorse umane, etc.; con il supporto della Dialogica, diviene possibile misurare tutto ciò che, fino ad ora, è stato considerato immateriale, intangibile: le interazioni, che, veicolate nell’uso del linguaggio, si generano fra coloro che operano per e nell’Azienda. Nel contempo, diviene anche possibile misurare se e quanto le stesse interazioni convergono verso obiettivi prefissati e definiti; oppure, se queste si perdono nell’incertezza di opinioni, commenti, contrapposizioni, percezioni individuali, etc., mettendo talvolta a rischio l’Impresa, o, comunque, compromettendone l’efficienza gestionale (e, quindi, anche, l’efficacia operativa).

Un ultimo aspetto consiste nella perfetta coniugazione dello scarto di paradigma, portato con sé dalla Dialogica, con la disponibilità e lo sviluppo della tecnologia. Infatti, misurando i modi d’uso del linguaggio nelle interazioni fra membri della specie, diviene possibile il coniugio con le tecniche di machine learning e l’impiego dell’intelligenza artificiale: si fornisce all’Azienda, in tempo reale, il dato (output) che consente di monitorare (e, laddove utile, modificare/intervenire) l’Assetto dell’andamento dell’Organizzazione stessa, così come il bagaglio di competenze dei singoli operatori, delle squadre di lavoro, etc.

Prâgmata-Arkyreyma s.r.l. ha fatto propri gli assunti scientifici della Dialogica, implementandoli in applicazioni digitali, grazie alle tecniche di machine learning e di intelligenza artificiale citate, che caratterizzano i prodotti e servizi offerti. In tal modo, ha ritagliato il proprio campo di applicazione e intervento, nello studio delle interazioni che si generano negli ambiti organizzativi, fondando quindi il suo contributo allo sviluppo del Sistema-Paese nella progettazione di strumenti di analisi e misura dell’uso del linguaggio naturale negli ambiti organizzativi medesimi.

Il dato di misura ottenuto sta alla base degli interventi volti all’incremento dei livelli di efficacia, ma, soprattutto, di efficienza gestionale che le Organizzazioni possono raggiungere.

Dunque, questa collana è diretta emanazione dell’obiettivo imprenditoriale di Prâgmata-Arkyreyma: contribuire alla generazione di conoscenza scientifica e ad imparare come usarla per gestire i momenti di criticità, per governare le ricadute di una determinata scelta imprenditoriale e, dunque, progettarne la gestione, per sostenere le spinte di sviluppo di ogni tipologia di Organizzazione (Aziende Private, Enti Pubblici, Organizzazioni non-profit, Terzo Settore).

Così come per la fisica quantistica (si veda, il “principio di indeterminatezza” di W. K. Heisenberg6), la realtà che si genera è il risultato di un processo di interazione tra particelle, allo stesso modo, le Organizzazioni/la Comunità, sono considerate da Prâgmata-Arkyreyma come il prodotto diacronico, e discreto, della fitta rete di interazioni (nell’uso del linguaggio) tra le parti che le generano: una incessante interazione dialogica. Ed è proprio per governare questa incessante interazione dialogica, su presupposti scientifici che possono divenire comuni e, quindi, fruibili a tutti, che si pone il contributo di questa Collana.

Nel corso di questi Quaderni, dunque, si costruirà un percorso, una traccia argomentativa volta a definire i fondamenti che la Dialogica mette a disposizione per osservare, generare e gestire la realtà organizzata. Questi fondamenti hanno un valore applicativo e accompagneranno il lettore in un processo di costruzione di uno sguardo nuovo, sicuramente scientifico. Si partirà, infatti, dagli elementi costitutivi che caratterizzano la realtà organizzata e che consentono di tracciare dei Modelli organizzativi tipo/teorici, passando, poi, per i riferimenti che offrono un’osservazione specifica delle risorse umane in ambito aziendale. Inoltre, si farà un affondo sulla possibilità di misurare gli andamenti in ambito organizzativo, con un successivo focus sull’applicazione di alcuni strumenti di misura e valutazione.

Gian Piero Turchi

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1 Si vedano Turchi & Orrù, 2014; Turchi & Vendramini, 2021.

2 Www.scienzadialogica.com, 2025.

3 In Dialogica si fa riferimento a “unità simbolica”.

4 L’incertezza è legata alla variabilità del valore d’uso (ostensione), che si genera interattivamente.

5 Non è possibile controllare come (e quali) Regole d’uso interagiranno tra loro per generare la configurazione discorsiva, è tuttavia possibile governare l’incertezza, osservando la manifestazione di tali regole d’uso e anticipando (possibili e non certi) scenari futuri che si potrebbero manifestare, a partire dalla configurazione osservata. Si passa, quindi, dalla previsione, che contempla uno e un solo scenario possibile a partire da quello attuale, all’anticipazione di più scenari futuri possibili, sempre considerando che non necessariamente quanto si genera sarà tra gli scenari anticipati. Anticipare modalità discorsive (i Repertori discorsivi) più che i contenuti, consente di osservare il processo discorsivo (dialogico) che è incerto nel suo manifestarsi.

6 Di seguito, la formalizzazione del Principio di Indeterminatezza  Δ*Δpx maggiore o uguale a h/2 (Heisenberg, 1927). Si usa in questa sede la dizione “Indeterminatezza” in luogo di “Indeterminazione”, più frequentemente usata nella letteratura, in considerazione della volontà di Heisenberg di nominare tale principio come Principio dell’Incertezza, operando dunque una crasi tra la forma più diffusa e quella originariamente scelta da Heisenberg stesso.

La realtà organizzata: teoria e metodo per una gestione efficiente

collana di quaderni a cura di Prâgmata-Arkyreyma

Società esperta in processi di misura in ambito organizzativo e consulenza sull’uso del dato conoscitivo. Offre prodotti/servizi informatizzati e adatti all’uso del machine learning e dell’AI, basati sull’analisi del linguaggio naturale e su indici che consentono di entrare nel merito del “come” gli interagenti costruiscono la realtà, e, dunque, il ruolo ricoperto, l’obiettivo delegato, l’organizzazione in cui si opera. A partire dal dato di misura, si progettano interventi ad hoc per una gestione efficiente dell’organizzazione.

I servizi e i prodotti offerti si fondano sui riferimenti scientifici della Scienza Dialogica e la discendente metodologia di Analisi dei Dati Informatizzati Testuali (M.A.D.I.T.), messa a punto dall’Università degli Studi di Padova, storico Partner della Società.

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