//Poesia sulla Pelle

Poesia sulla Pelle

9,90 

Esaurito

ESAURITO – in ristampa

IL LIBRO
antologia a cura di Paola Zan

La pelle dei poeti è scorticata viva.
Esito prevedibile di una chiamata alla poesia concepita in un momento di restrizioni dovute alla pandemia?
Se la poesia è l’alito dell’anima – racchiusa nel bio-tabernacolo – essa può risultare, in questo frangente angoscioso, ancor più colma d’affanni.
L’invenzione linguistica, epifanica, come un balsamo le procurerà solllievo.

AUTRICI E  AUTORI

Dogan Akçali, Claudia Azzola, Clara Bartolini, Giovanna Beneduce, Maddalena Capalbi, Vittoria Cioli, Sandro Dessi, Vincenzo De Cunzolo, Devi Tare, Paolo Di Palma, Sandro Di Segni, FG, Maurizio Gabbana, Giovanni Grassi, Antonio Laneve, Flavio Malaspina, Massimo Messa, Massimo Moraldi, Mariella Musso, Carlo Occhini, Maria Rosa Oneto, Marco Ongaro, Franco Paone, Emanuela Parodi, Angela Passarello, Erasmo da Pavanello, Paolo Pezzaglia, Daniela Piegai, Maria Pia Quintavalla, Barbara Rabita, Domenico Raco, Pierangela Rossi, Serena Rossi, Andrea Ruiu, Matteo Rusconi, Tiziana Sagazio, Sis LAV, Giancarlo Sammito, Sergio Sansevrino, Patrizia Spoletini, Roberta Tantillo, Tito Truglia, Titta V., Ada Eva Verbena, Paola Zan.

Esaurito

COD: 9788898703319 Categoria: Tag:

Descrizione

Curioso è l’abbinamento di poesia e pelle: si vorrebbe scarificarle entrambe, ridurre all’essenza le parole, altrettanto scolpite, per farle respirare da tutti i pori!
Per arrivare a dire che la poesia fa bene anche alla pelle. Tonifica. Disintossica.
Fa bene scriverla, fa bene leggerla.
È esercizio cinestetico globale e di mimica facciale.
E la poesia ha unghie: graffia.
È lametta, e scuoia.
La pelle sanguina.

Paola Zan, nella sua prefazione Esposoma, così ci introduce al tema:

La pelle dei poeti qui raccolti è scorticata viva. Esito prevedibile di una chiamata alla poesia concepita alla fine del 2020 e pubblicizzata all’inizio di un 2021 ancora carico di interrogativi relativi alla pandemia, alle restrizioni di libertà, al rischio di ammalarsi e di non cavarsela, in un contesto di forte compromissione ambientale globale?
Il corpo denuncia sempre il malessere contingente, somatizza, come ancora si usa dire, e se la poesia è l’alito dell’anima racchiusa nel bio-tabernacolo, essa può risultare in questo frangente angoscioso, vieppiù densa, colma d’affanni. Senso di deprivazione e cruccio per la pelle amata distante e irraggiungibile o, specularmente, per quella vicina ma irriconoscibile! Pelle rifugio-e-fuga alle condizioni dell’amore carnale. Nella fase di selezione dei testi ci siamo chiesti dunque se, accanto alla pena collettiva della reclusione imposta e a tutte le paure correlate, non potesse emergere un fremito di riscatto che scuotesse la pelle e lo spirito dal torpore coatto.
Non c’è niente di più congruo che affidarsi al tempo fisiologico della eventuale carenza-malattia e della ripresa-salvazione conseguente, perché l’azione poetica di ciascuno si manifesti con autenticità; non rincorriamo modalità di espressione plasmate su modelli ammiccanti, inutili. Ci lasciamo sorprendere da visioni originali, atipiche, e riaffioramenti di archetipi e di passioni ancestrali. Non c’è menzogna tra queste righe. I poeti non hanno bisogno di camuffarsi. Il corpo è finalmente nudo sulla carta: il componimento poetico lo rappresenta e parla con voce antica e contemporanea, nitida e genuina, scaturita dalla fonte interiore più pura. Le parole allora iniziano una danza leggera, lenta e pacata, o una marcia decisa, un incedere a velocità crescente, incalzante, propositive. Oppure, hanno la forza della postura calma del pescatore, apparentemente immobile, attento, e pensosamente attivo nella sua spirituale compostezza. Modalità diverse ed efficaci, meritevoli di lettura ripetuta e ripensata.

 

5 recensioni per Poesia sulla Pelle

  1. Tecla Terazzi

    Scriviamo. Tutti. Alcuni hanno in dono la poesia: una parola diversa, che trasporta al di là della pagina secondo sonorità, immagini e traslazioni più e meno conscie. Sta poi alla capacità metaforica del lettore sciogliere le inconsapevolezza dell’autore. Oggigiorno, d’altronde, dopo la beat generation, dopo i figli dei fiori, dopo Bukowski, si predilige spezzare anche le parole e andare per sinestesie e accostamenti distopici.
    Giustapposizioni scritte sulla pelle, come ben grida il titolo a lettere cubitali di un azzurro matita. Mentre i versi dei vari autori scorrono, si sovrappongono e si squarciano come i pezzi di pelle della giraffa nel quadro, per ricomporsi arbitrariamente in una borsetta maculata. Dai testi emergono le più diverse emozioni: nostalgia per un tu o per un sè interlocutore, rabbia edipica, amore delicatamente erotizzato, il distacco violento dopo una relazione. Ancora la metamorfosi della vecchiaia, che fa paura o che viene vissuta sulle rime dell’infantile filastrocca della pelle di Apollo.
    Ciò che importa, però, e che fa da filo conduttore è il senso di essere come presi per mano e accompagnati dai poeti lungo la loro “qibla” (direzione della città di La Mecca) in un viaggio sopra, sotto, dentro, attraverso la loro pelle più e meno metaforizzata.
    Un percorso intenso che merita di essere vissuto e immaginato per quel poco tempo richiesto dalle poesie della raccolta.

    Tecla Terazzi, 10 giugno 2023 (via FB)

  2. Maria Rosa O.

    (…)
    L’ho trovato molto affascinante e ricco di verità universali, insite in ciascuno di noi. Complimenti anche per la prefazione (…)

    Maria Rosa O., gennaio 2023

  3. Ada Eva Verbena

    Cari amici, ecco un modo per conoscere più da vicino la curatrice della bella antologia POESIA SULLA PELLE, Paola Zan. Un’antologia di Autori vari, un viaggio attraverso la Pelle che intercetta le emozioni umane.

    Tra le righe, messaggi inediti: scoprirete originali punti di vista e rivivrete intimità quasi del tutto perdute. La lettura di questi brani consente di recuperare senso di pace e densità di contenuto. Nomi, impressioni, emozioni. Risuonano le voci dei poeti, le loro parole si diffondono, narrano di esperienze vive!
    Al poeta basta poco per essere felice… Essere letto e ascoltato.

    Grazie a Paola Zan e a overwiew editore per questa bella occasione di condivisione.

    Ada Eva Verbena, settembre 2022

  4. Massimo Messa

    Per il colore della pelle quanto odio in ogni parte del mondo! Quante oppressioni! Ma la pelle non solo ci identifica, la pelle parla di noi, ci tradisce. Siamo vecchi o giovani, marinai o agricoltori, muratori o pianisti? Guarda le tue rughe, guarda le tue mani. Perchè quei tatuaggi? E quella cicatrice?
    La pelle è anche termometro d’amore. I brividi che hai provato di quali labbra sono il ricordo?
    Insomma la pelle racconta e risiede al centro della nostra esistenza. Nello specchio è palpabile, rivelatrice. Con Poesia sulla Pelle, a cura di Paola Zan, una piccola antologia di riflessioni. Fatti in là “scimmia nuda”, ora tocca alla poesia.

    Massimo Messa, agosto 2022

  5. Massimo Moraldi

    Quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle. (Paul Valéry)

    E c’è da dire che lo scrittore, poeta e filosofo francese aveva addirittura abiurato alla posizione di maestà che la poesia aveva raggiunto nella sua vita per merito soprattutto di André Gide e di Stéphane Mallarmé.
    Ogni poema che non avesse la precisione esatta della prosa non ha nessun valore.
    Così Paul Valery aveva tirato le fila della complicata vicenda, nientedimeno che al cospetto del fantasma di François de Malherbe. Ma pace fu fatta, e Valery si accorse del fatto che la poesia vantava limiti difficilmente valicabili. Come quelli della pelle, appunto quello che c’è di più profondo nell’essere umano.

    Non hanno mancato di accorgersene i poeti che Paola Zan, con cura certosina e garbo da orafa, ha abilmente selezionato per questa raccolta, piccola di fatto nelle dimensioni per essere maneggiata con facilità, ma grande nei contenuti e nella vasta gamma di capacità espressiva ed espositiva.
    Un viaggio che porta il lettore oltre i confini della pelle.

    La pelle è un sottile foglio di tessuto che avvolge il corpo. Fisiologicamente essa è un organo piuttosto semplice; dal punto di vista sociale e psicologico, invece, è un organo altamente complesso. La pelle è un confine tra il mondo esterno e quello interno, tra l’ambiente e il proprio sé. Così l’antropologo e sociologo David Le Breton. E dello stesso avviso è overview editore che, nella collana “Parole sul Territorio”, scava oltre l’epidermide e, attraverso i filtri dell’esposoma, individua le modalità che influenzano reciprocamente pelle e ambiente.

    La pelle, dunque, come osservatorio privilegiato.
    Dal suo posizionamento anatomico “on the border” gode di una vista privilegiata sul mondo, sulle cose, sulla vita. Talvolta “disumana”, come in Scherzi?, di Maurizio Gabbana. “Antenna intoccabile”, secondo Giovanna Beneduce in Membrana dell’anima. Quella stessa anima di cui “l’emozione è la pelle”, secondo me in Emozione. È addirittura la “casa”, secondo Erasmo da Paravello in Nudo guardo l’orizzonte e Titta V. in Identità. Clara Bartolini ne dà una particolareggiata panoramica in La nostra pelle. L’erotismo di Maddalena Capalbi traspare in La pelle, sublimando il senso del tatto come “mano di Eros” nel riportare l’organo sensoriale per eccellenza alla dimensione “divina” che gli spetta, se non altro per ritrovarsela dopo una improbabile quanto taumaturgica resurrezione.
    La pelle, dunque, cavalcavia fra l’immaterialità dello spirito che filtra e la realtà delle cose tangibili. Un cerchio difficile da far quadrare.
    Si può tentare di farlo appellandosi al capolavoro La pelle, chiosando come ha scritto Milan Kundera: “Nella Pelle Curzio Malaparte «con le sue parole fa male a sé stesso e agli altri; chi parla è un uomo che soffre. Non uno scrittore impegnato. Un poeta»”.
    Ed ecco, quindi, che la soluzione la si può, anzi la si deve trovare nella poesia. E stavolta per non farsi male. Alla peggio una piccola abrasione all’anima emozionata.

    Massimo Moraldi, Roma, agosto 2022

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