• Angela Lina De Cunzolo visse dedicandosi in segreto all’amore per il prossimo, in particolare per i bambini. Solo dopo la morte, avvenuta a trentun anni, si è cominciato a capire il profondo contenuto cristiano dell’esistenza di questa ragazza del suo tempo ma con lo sguardo rivolto sempre verso il Cielo. Nata a Palazzo San Gervasio nel 1961 e mancata a Padova nel 1992, rivive in queste pagine attraverso le testimonianze di quanti la conobbero e le vollero bene.   VOLUME ESAURITO  
  • Una nuova edizione della biografia di Angela Lina, in occasione del 30ennale della scomparsa, amplia le testimonianze e i ricordi di famigliari, amici, amiche e riflessioni di figure religiose che le sono state vicino, approfondendo inoltre nella parte narrativa la ricostruzione della sua vita. Vincenzo e Lucia De Cunzolo testimoniano così del profondo amore che provano per la sorella Angela Lina, nata a Palazzo San Gervasio (PZ) nel 1962 e mancata dalla sua vita terrena nel 1992, a soli 31 anni, a Padova. Così Vincenzo ne mantiene vivo il ricordo: “La sua vita fu un esempio di autentica umanità, innanzitutto per la sua famiglia e per i suoi conoscenti. Angela Lina era una persona vera. Riusciva a instaurare un contatto diretto e illuminante con tutti; un’intesa profonda, perché lei era “epidermicamente” intuitiva. Aveva una sensibilità straordinaria verso tutte le manifestazioni della natura, il pensiero costante rivolto al soprannaturale – quell’esito finale a cui devono tendere tutti gli esseri umani – una forza interiore che trasmetteva a chiunque la avvicinasse. Non ultima, una sorta di sensibilità profetica. L’ammirazione la circondava perché sapeva aprire il proprio spazio agli altri, senza invadenza. Aiutava sbandati e sofferenti che l’avidità umana o il pregiudizio emarginavano. Li avvicinava, si lasciava avvicinare. Tutto con una spontaneità disarmante.” Angela Lina De Cunzolo nacque a Palazzo San Gervasio (PZ) il 31 maggio 1961. Dedicò la sua vita all’amore per il prossimo, in particolare verso bambini e fanciulli. A Padova, il 3 agosto 1992, la offrì in dono a Colui che era stato il suo unico Amore, il suo Sposo Gesù Cristo.  
  • Nata nel 2010 da un’idea di Antonio Sarto e curata da Paolo Pavan, la collana Carte di Bordo è dedicata a microstorie di artisti, architetti, poeti, eventi e paesaggi veneti. Il programma editoriale prevedeva uno sviluppo in ventisei piccoli volumi, a documentare un “abbecedario” creativo del nostro territorio. I volumi si coordinano con mostre ed happening presso il negozio / galleria d’arte Illimité, a Mestre. Era prevista un’autonomia progettuale per ogni singolo volume, più che un carattere documentativo degli happening: essi stessi erano infatti pensati come oggetti d’arte, poiché la loro tiratura limitata (cento copie) permetteva di fondere i caratteri più evoluti della stampa digitale con l’intervento ad arte sul volume, tale da dimensionarlo come pezzo unico. La collana si è chiusa dopo le prima quattro uscite, tutte esaurite (giugno-novembre 2010).     VOLUME ESAURITO  
  • Architettura e Trasformazioni Urbane è il catalogo della mostra omonima che si tenuta nel 2002 a Cadoneghe, dedicata al lavoro degli architetti veneziani Iginio Cappai (1932-1999) e Pietro Mainardis (1935-2007). Riportiamo qui il testo introduttivo al volume dell'architetto Matteo Grassi: Architettura e Trasformazioni Urbane è un libro e una mostra sulle opere, in particolare quelle recenti per Cadoneghe, degli architetti veneziani Cappai e Mainardis. È una giornata di studi per discutere le politiche di gestione del territorio, di pianificazione e di progettazione. È una settimana di eventi e spettacoli, per inaugurare la nuova piazza dedicata al Lavoro [ora piazza del Sindacato], e far conoscere, ai residenti e non, come questa cittadina si stia trasformando. Architetture e Trasformazioni Urbane è però anche l'esordio di D-stanze, associazione culturale nata con lo scopo, l'urgenza, la necessità, della divulgazione della cultura architettonica e artistica. Nel fondarla abbiamo ricordato Bruno Zevi che ogni settimana scriveva, seppure poche righe, di architettura su L'Espresso, e venica letto, forse, anche dal barbiere, sull'autobus, o in qualche sala d'attesa. Divulgare per noi è comunicare una conoscenza non autoreferenziale, è costruire le basi per il dialogo e la discussione, quindi per la crescita e, speriamo, per la rivalsa, di una ricerca spesso snobbata, irrisa, ignorata, o commercializzata. arch. Matteo Grassi, presidente Associazione Culturale D-stanze, Padova.   La mostra Architetture e Trasformazioni Urbane, assieme alla settimana di eventi e spettacoli, si è tenuta a Cadoneghe tra l'11 e il 18 ottobre 2002. Sono rimaste alcune copie del catalogo stampato in quell'occasione, che abbiamo deciso di vendere al prezzo simbolico di 5 € tramite il sito di overview editore. Catalogo con testi introduttivi di: arch. Mauro Sarti, Assessore ai lavori Pubblici e all'Urbanistica del comune di Cadoneghe Adriano Baldin, Sindaco di Cadoneghe Silvano Carraro, Assessore alle Attività Culturali, Cadoneghe e con brevi saggi di: Architettura veneta, tradizione italiana, arch. Guglielmo Monti, Soprintendente per i Beni Ambientali Architettonici e il Paesaggio del Veneto Orientale. Per alcune recenti realizzazioni a Cadoneghe dello Studio Cappai e Mainardis, arch. Francesco Tentori, IUAV Venezia. Architetture di alta normalità, arch. Adriano Cornoldi, IUAV Venezia.  
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    Attraverso Be City Smart! i Giovani Architetti di Padova e Provincia (Gi.Ar.P.) propongono ad amministratori e professionisti operanti sul territorio (architetti, pianificatori, geografi, sociologi e innovatori) le principali linee guida riguardanti lo sviluppo futuro delle città, passando dal modello novecentesco ad una città consapevole, guidata dalla sinergia tra cittadini, amministrazione e tecnologie. Il volume raccoglie gli esiti e le successive riflessioni del bando LAB_Smart_City (lanciato dall’Associazione Giovani Architetti di Padova nel maggio 2013), al quale hanno partecipato architetti e studi professionali italiani, nonché i risultati del workshop partecipato RE-PLAY Salboro, svolto in collaborazione con l’Associazione Culturale Salboro Incontra.  
  •   La cheba: in un mondo in cui la città si chiudeva alle otto di sera, le discoteche non erano ancora nate e il ruolo sociale degli adolescenti era ancora in formazione, la cheba era un luogo che i più intraprendenti attrezzavano per potersi rifugiare senza interferenze adulte. Una stanza, un piccolo appartamento, l'angolo della trasgressione, della musica ad alto volume: un luogo tutto nostro, dove tutto era permesso e nessuno si scandalizzava (dei presenti, perchè con i “grandi” era tutto un altro discorso), dove la fantasia aveva libero sfogo e ognuno poteva far sentire la propria voce. Le memorie raccolte in queste pagine ripercorrono il periodo in cui l'autore aveva organizzato la propria cheba, ricordandone frequentazioni ed episodi curiosi. Depositare sulla carta i ricordi diventa una dichiarazione dell’indicibile, una psicoterapia liberatoria che passa attraverso suoni e avvenimenti coagulati in una famosa stanza del centro di Padova. Rivivono così momenti fantastici di una nostra storia recente, per chi c’era e l’ha vissuta ma anche per chi ne ha solo sentito parlare.  
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    Attraverso un lungo piano sequenza fotografico i sette progetti vengono descritti minuziosamente, a partire dall’isolamento delle fondazioni fino alla posa dei pannelli solari. Il riferimento è al nuovo Protocollo Risanamento elaborato dall'Agenzia CasaClima, per rispondere alle esigenze legate al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, sia storico che più recente. Il volume è stato presentato al pubblico di Bolzano in occasione della Fiera Klimahouse 2013, contestualmente alla presentazione della prima versione del Protocollo R. La direttiva è stata elaborata a partire da una selezione di trentadue progetti pilota, quattro dei quali contenuti in questo volume, patrocinato dall’Agenzia: si tratta dei recuperi della barchessa Settecentesca, di una casa di edilizia minore e di due ville unifamiliari risalenti ai primi decenni del Novecento.  
  • Dalla violenza alla valorizzazione di genere illustra, riporta e descrive i risultati di una ricerca ideata e condotta dalla Fondazione Eugenio Ferrioli e Luciana Bo Onlus con il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università di Padova. L'intento è quello di predisporre un taccuino operativo che, partendo dai dati scientifici emersi, possa essere usato dalle figure professionali che operano nel campo, estremamente delicato e dalle mille sfacettature, della violenza esercitata nelle relazioni affettive, con l’obiettivo di formulare nuove strategie di gestione.
  • Il dialogo che Maddalena Capalbi, Marilena, e Massimo Moraldi, Cosimo, conducono, attraverso poesie e sonetti, racconta della sospensione della razionalità nel momento dell'innamoramento: follia e perdita di contatto con la realtà quotidiana, quando tutto ci appare trasformato. Nelle successive pagine il dialogo si trasforma in un doppio monologo, che ci porta caracollando sui crinali dei loro pensieri, lungo l'orizzonte della città, in una riflessione sui momenti successivi all'incontro e sul sentimento della mancanza. Tutto questo è anche, naturalmente, metafora del trasporto amoroso che entrambi, e non da soli, condividono per Roma. Prefazione di Roberto Ciavarro Postfazione di Paola Zan    
  • Nata nel 2010 da un’idea di Antonio Sarto e curata da Paolo Pavan, la collana Carte di Bordo è dedicata a microstorie di artisti, architetti, poeti, eventi e paesaggi veneti. Il programma editoriale prevedeva uno sviluppo in ventisei piccoli volumi, a documentare un “abbecedario” creativo del nostro territorio. I volumi si coordinano con mostre ed happening presso il negozio / galleria d’arte Illimité, a Mestre. Era prevista un’autonomia progettuale per ogni singolo volume, più che un carattere documentativo degli happening: essi stessi erano infatti pensati come oggetti d’arte, poiché la loro tiratura limitata (cento copie) permetteva di fondere i caratteri più evoluti della stampa digitale con l’intervento ad arte sul volume, tale da dimensionarlo come pezzo unico. La collana si è chiusa dopo le prima quattro uscite, tutte esaurite (giugno-novembre 2010).   VOLUME ESAURITO  
  • La tua, come la nostra, è stata una vita senza acuti, senza record olimpici. Una vita ordinaria, ma di quell’ordinario originale che riesce soltanto agli artigiani di mani provette e di gusto solido e di buona cultura, capaci di suonare, contemporaneamente e con maestria, diversi strumenti: sposo, padre, nonno, insegnante, sindacalista (ma meglio sarebbe dire cittadino impegnato, informato, responsabile, partecipante). Un polistrumentista con le mani su più tastiere, senza sbagliare un accordo. Rimanendo un punto di riferimento, un amico a cui confidare, una persona tranquilla che non dimentica di prendersi cura dei vicini e dei lontani.
  • Paola Zan raccoglie in questo volume il suo lavoro dell'ultimo lustro, intrecciando uno spirito degno di Cecco Angiolieri con quello di reporter dell'anima. La poesia è nell’aria e si compie, liberandosi, dopo aver attraversato l’anima, e caricandosi dei nostri profondi intenti. Sono un’ecoscossa attiva e ho una vocazione antropologica, perciò, con la certezza che ciascuno di noi possa/debba dare il proprio contributo al bene comune, mi incarico di trattare temi di carattere socio-ambientale. Credo fermamente nel valore dell’educazione, e provo a suggerire esercizi che chiamo interattivi per indicare che mi interessa proseguire idealmente, ma anche nei fatti, il dialogo con le giovani generazioni in formazione. Mi hanno insegnato che se la poesia civile non scade nella retorica, può avere una sua spiccata funzione sociale, didattica, educativa. Qui si orienta sulla geografia, sulla merceologia, e sugli stili di vita. Il taglio è necessariamente geo-antropologico. Indico luoghi, invito a una visione collettiva: c’è una terra da difendere, un patrimonio comune da salvare! Ho come la sensazione che nemmeno l’intreccio di fatti e misfatti privati possa distogliere l’attenzione dal dato globale, anzi potrebbe risultare funzionale ad esso. C’è un tessuto sociale sfibrato da ritessere; ci sono vizi domestici e molto privati da sanare. Da oltre cinque anni, leggo, insieme a tanti altri, agli incontri poetici organizzati; lo sfondo è quasi sempre Milano. Spesso le voci risuonano tra le forme dell’arte visiva, e tra le installazioni realizzate in occasione di manifestazioni correlate con l’impegno ambientalista, con la volontà di descrivere la natura come sogno che svanisce o come cruda realtà: il luogo antropizzato, alterato, addomesticato, irregimentato, stravolto; il paesaggio come risultato aberrante della combinazione di tutti i fattori concorrenti, nello scenario socio-economico che perversamente si trascina, intriso di folle presunzione antropocentrica; consumistico fino alle estreme conseguenze per questa affaticata comunità planetaria. L’ironia rimane, credo, una buona arma per combattere il disagio e la paura.
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    Il GiArP (Giovani Architetti Padovani) organizza la rassegna 2017 dei progetti degli associati in uno spazio aperto alla cittadinanza, per stabilire un rapporto più diretto e spontaneo tra i giovani architetti e il pubblico.La volontà è di relazionarci, oltre che con gli appassionati che cercano e visitano mostre di architettura, con un pubblico più ampio, con l'obiettivo di riavvicinare l’architettura alla quotidianità di tutti.Una commissione esterna, composta dagli architetti Aldo Parisotto, Edoardo Narne e Giovanni Furlan, ha così selezionato venti progetti (su di una cinquantina presentati a seguito della call rivolta agli associati) ritenuti maggiormente rappresentativi del livello di progettazione e realizzazione architettonica della fascia degli architetti trentenni/quarantenni attuali.
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    50 progetti, 40 architetti, 30 anni, 2 eventi, 1 mostra, 0 utopie. Sono i numeri di riferimento della II edizione de L’architettura incontra l’arte, mostra organizzata dall’Associazione dei Giovani Architetti di Padova, e tenutasi tra gennaio e febbraio 2011 a Padova. Con contributi scritti di Luca Paschini, Gianluca De Cinti, Paolo De Lucchi e Julian Adda, che inquadrano l’attività delle Associazioni dei Giovani Architetti, in ambito nazionale e locale, e ne commentano il lavoro.
  • La riflessione che vede l’operatore della Giustizia Riparativa come Architetto di Comunità si arricchisce con questo manuale dedicato sia alla formazione, sia all’esercizio di ruolo. Le tappe e i punti di interesse di questo itinerario prendono le mosse dalla gestione dell’interazione dialogica e declinano il ruolo rispetto alle fasi dell’intervento di Giustizia Riparativa e alla promozione dell’Architettura dei Servizi per la Coesione della Comunità. A questo si aggiungono la metodologia per la progettazione e per l’approccio alla gestione dell’interazione oltre che un insieme di esercitazioni che proiettano il lettore sull’operatività. Nel suo svolgersi, l’itinerario è strutturato in modo da poter essere uno “strumento” nel senso stretto della parola, dunque un riferimento disponibile tanto nei momenti di progettazione, quanto in quelli operativi. Il testo si rivolge a tutti gli operatori della Giustizia Riparativa che svolgono la propria attività all’interno degli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE), Uffici di Servizio Sociale per Minorenni (USSM), Istituti di Pena, Centri di Giustizia Riparativa e Mediazione, Istituti Scolastici, Associazioni, Cooperative e Comitati di Cittadini e ogni snodo territoriale e servizio dedicato a questo campo di applicazione.   Indice PRIMA TAPPA ELEMENTI FONDATIVI PER L’ESERCIZIO DEL RUOLO DI ARCHITETTO DI COMUNITÀ Punto di interesse 1. INTERAZIONE E INCERTEZZA COME CORNICE DI RIFERIMENTO Punto di interesse 2. LA DIALOGICA 2.1 IL PARADIGMA NARRATIVISTICO 2.2 I REPERTORI DISCORSIVI E LA TAVOLA SEMI-RADIALE 2.3 LA TEORIA DELL’IDENTITÀ DIALOGICA Punto di interesse 3. PARADIGMA RIPARATIVO E TEORIA GENERALE DELLA MEDIAZIONE SECONDA TAPPA L’ARCHITETTO DI COMUNITÀ: DALLA DEFINIZIONE DEL RUOLO AGLI STRUMENTI OPERATIVI Punto di interesse 4. IL RUOLO DI ARCHITETTO DI COMUNITÀ Punto di interesse 5. L’ARCHITETTO DI COMUNITÀ E LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI Punto di interesse 6. L’ARCHITETTO DI COMUNITÀ E LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI RIPARATIVI Punto di interesse 7. ELEMENTI OPER LA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI: LA METODOLOGIA MADIT Punto di interesse 8. LINEE GUIDA PER L’APPROCCIO AL TESTO E LA SUA GESTIONE Punto di interesse 9. LA GESTIONE DELL’INTERVENTO. GUIDA ALLA LETTURA E ALLA GESTIONE DEL CASO TERZA TAPPA VERSO L’ESERCIZIO DEL RUOLO DI ARCHITETTO DI COMUNITÀ Punto di interesse 10. PER LA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI GUSTIZIA RIPARATIVA Punto di interesse 11. PER LA COSTRUZIONE DEGLI STRATAGEMMI PT. 1 Punto di interesse 12. PER L’ANTICIPAZIONE DELLA COERENZA NARRATIVA Punto di interesse 13. PER LA COSTRUZIONE DEGLI STRATAGEMMI PT. 2 Punto di interesse 14. PER L’ADERENZA AL TESTO PRESUPPOSTI PER LA PROSECUZIONE APPENDICE Vademecum per la realizzazione e gestione di un Centro di Giustizia Riparativa BIBLIOGRAFIA NOTE BIOGRAFICHE APPUNTI Tabelle e tavole fuori testo LA TEORIA DELL’IDENTITÀ DIALOGICA LE FASI DELL’INTERVENTO DI GIUSTIZIA RIPARATIVA STRATAGEMMI E FASI DELL’INTERVENTO DI GIUSTIZIA RIPARATIVA TAVOLA SEMI-RADIALE DEI REPERTORI DISCORSIVI
  • Nata nel 2010 da un’idea di Antonio Sarto e curata da Paolo Pavan, la collana Carte di Bordo è dedicata a microstorie di artisti, architetti, poeti, eventi e paesaggi veneti. Il programma editoriale prevedeva uno sviluppo in ventisei piccoli volumi, a documentare un “abbecedario” creativo del nostro territorio. I volumi si coordinano con mostre ed happening presso il negozio / galleria d’arte Illimité, a Mestre. Era prevista un’autonomia progettuale per ogni singolo volume, più che un carattere documentativo degli happening: essi stessi erano infatti pensati come oggetti d’arte, poiché la loro tiratura limitata (cento copie) permetteva di fondere i caratteri più evoluti della stampa digitale con l’intervento ad arte sul volume, tale da dimensionarlo come pezzo unico. La collana si è chiusa dopo le prima quattro uscite, tutte esaurite (giugno-novembre 2010).   VOLUME ESAURITO  
  • Lo scritto che proponiamo è un contributo alla letteratura scientifica che si occupa di Giustizia Riparativa e alla sua applicazione nell'ambito dell’Esecuzione Penale Esterna. Per costruire gli obiettivi conoscitivi e metodologici del lavoro ci siamo avvalsi della Mediazione Dialogica, il cui campo di applicazione si configura come lo studio dei processi interattivi che governano e generano la Comunità nella quale tutti viviamo; in particolare il focus si rivolge a quelle interazioni che producono la violazione delle Norme e, conseguentemente, la commissione di reati. Pertanto, quali criticità possono essere rilevate all’interno di questo scenario? Che cosa può comportare la possibilità di disporre di strumenti alternativi, che pongano - per riparare alla commissione del reato stesso - l’accento sul ripristino del tessuto comunitario? Quali potrebbero essere le implicazioni per le biografie dei cittadini coinvolti? Come generare l'assunzione responsabilità? Di questo si occupano gli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) ed è proprio a tali quesiti che abbiamo cercato di rispondere con le pagine di questo testo.
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    I luoghi delle emozioni. Questo catalogo racconta le soluzioni immaginate, le suggestioni e intuizioni destinate a far discutere i nostri concittadini, a diventare volano di un nuovo pensiero urbano, con l'auspicio che tutti possano dare un contributo di idee e suggerimenti per la nostra splendida Padova. (dal testo introduttivo di Ivo Rossi, vicesindaco del Comune di Padova)
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    I sette chakra della poesia

    11,90 
    Marta Scolari coltiva nel tempo libero quella che definisce la sua vera natura e la sua vera anima, utilizzando la poesia per lasciare trasparire in maniera diretta, quasi didascalica, il sentimento puro che la pervade. Dopo aver raccolto nel tempo una ricca quantità di materiale, prende la decisione di affrontare il mondo editoriale raccontando la metaforica biografia di e della Poesia, essere femminile incarnato entro cui si materializza quel sentimento puro nascosto dalle asprezze della vita quotidiana. L'avvicinamento alla spiritualità, avvenuto mediante studi personali, letture e partecipazione a percorsi di ricerca interiore, la spinge a collegare la crescita di Poesia al percorso ascensionale dell’energia divina presente nel corpo umano (Kundalini) attraverso la successione dei sette chakra, delineandone così lo sviluppo. Ne risulta un testo sorprendente, di facile comprensione, che fa leva su una emotività immediata e che al contempo rilancia verso una riflessione personale sul significato intimo del Sentimento.
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    overview editore collabora al progetto dell'artista Nevia Rasa Il Mondo delle Isole della Felicità, stampando il Codice del Mondo delle Isole della Felicità. Per proseguire con l'acquisto premi il bottone blu Aggiungi al carrello e segui le istruzioni. Puoi effettuare il pagamento con diverse modalità: - Bonifico Bancario - PayPal (all'indirizzo <info@overvieweditore.com>). Il pagamento PayPal può essere suddiviso in 3 rate mensili. - Carta di debito / Carta di Credito Per maggiori informazioni scorri la pagina verso il basso.
  • Un viaggio all’interno di se stessi Il fiore nel deserto narra una storia che può essere letta con diversi gradi di approfondimento. Il suo primo livello, più superficiale, è la cronaca del percorso che Sati, il protagonista, compie attraverso la propria vita e di quei viaggi che compie durante la vita, dapprima bambino, poi adolescente, quindi uomo, padre, ed infine nonno. Ad un livello più profondo, echeggia ciò che sta dietro l'indaffaratezza della nostra vita, al di là dei nostri pensieri così insistenti e delle nostre radicate credenze. Ne Il fiore nel deserto si parla di quel luogo caratterizzato dal significato, dall’essere, dal cambiamento; quel luogo che tutti noi conosciamo, anche se non sempre la consapevolezza di questa conoscenza ci è evidente. Al centro di questo luogo possiamo incontrare quella paura che Marianne Williamson ha meravigliosamente descritto ne Il ritorno all’amore: "La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre ogni limite." Siamo nulla; siamo tutto.   VOLUME ESAURITO  
  • Nell'amministrazione della Giustizia il ruolo dell’UEPE è precisamente definito dal mandato istituzionale, che riguarda la predisposizione e gestione di programmi di trattamento degli autori di reato, esternamente all'istituto penitenziario. Com’è possibile valutare l’efficacia dei percorsi trattamentali? Quali strategie è possibile mettere in campo per ridurre il grado di rischio di recidiva e per incrementare il grado di responsabilità dell’autore di reato? Assumendo un preciso presupposto teorico-metodologico, al mandato istituzionale (che fornisce indicazioni sul “cosa”) si affianca un mandato operativo (che risponde alla domanda “come?”). In questo scritto, in linea con le più recenti linee di indirizzo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità in materia di Giustizia Riparativa, la Mediazione dialogica viene assunta proprio come presupposto del mandato operativo dell’UEPE, configurando la violazione di una norma come un conflitto tra la Società e l’autore di reato, che genera una frattura entro la Comunità, a fronte della quale l’UEPE ne promuove la riparazione.
  • L'Italia... Un paese di Santi, Poeti, navigatori, Rinviati a giudizio, Allenatori di calcio. E Architetti. La penna di Christian De Iuliis racconta e la matita di Roberto Malfatti illustra: la realtà e le peripezie più curiose e paradossali del mondo di chi da piccolo, in fondo, sognava di fare solamente l’astronauta. Nel suo stile fluido ed ironicamente amaro, De Iuliis ci svela il pianeta misterioso sul quale ogni giorno vive ed opera una delle figure professionali più contraddittorie ed eclettiche dell’universo italiano: l’architetto. Un libro per tutti perché tutti, oggi, hanno a che fare con gli architetti. Ce ne sono talmente tanti che ognuno di noi ha un architetto nella propria vita: come amico, fratello, sorella, padre, cugino, collega. Oppure egli stesso si sente “architetto dentro” o lo è veramente.   VOLUME ESAURITO  
  • Parlare di Giustizia Riparativa e delle figure professionali La Mediazione Dialogica che sono chiamate a lavorare in questo paradigma porta con sé ancora molti interrogativi. In questa sede gli autori riflettono su come generare una convergenza teorica, metodologica e operativa tra chi, a vario titolo, progetta, eroga e promuove interventi riparativi. Pertanto, l’operazione che gli autori compiono con questo scritto è di tracciare una filiera che tenga in considerazione l’esigenza sia di disporre di una definizione condivisa degli elementi che connotano la Giustizia Riparativa, sia di esplicitare i riferimenti tali da consentire, organizzare e sviluppare – in modo pragmatico – le prassi d’intervento. La proposta è che i professionisti possano usare specifiche competenze e strumenti, diventando Architetti di Comunità e considerando tutti coloro che sono coinvolti nella gestione di servizi (pubblici o del terzo settore) che operano secondo l’impostazione di questo peculiare paradigma di giustizia. Le risposte agli interrogativi posti nella prima parte del testo diventano, nella seconda, il fondamento di una modalità di lavoro – i “Gruppi dialogici per la Giustizia Riparativa” – che coinvolge autori di reato nel processo di riparazione, secondo il riferimento alla promozione della responsabilità e coesione della Comunità.
  • L'immagine della città illustra gli esiti di una sintetica ricognizione condotta dall'Associazione Habitus Progetto Città, in partenariato con il FAI - Fondo Ambiente Italiano, Delegazione di Padova e con l'Università Popolare di Padova, che esplora il tema artistico / storico della decorazione esterna di alcuni edifici padovani. Analizzando il centro storico, il volume illustra l'evoluzione del trattamento delle pareti esterne attraverso quattro diversi saggi, passando dalla decorazione parietale medioevale (a cura di Pier Luigi Fantelli), all'uso dei materiali nella seconda metà dell'Ottocento (Marco Maffei), per arrivare al secondo dopoguerra del Novecento (Enrico Pietrogrande) e concludersi con la street art contemporanea (Antonio Buggin). Viene reso evidente così che ciò che per molti di noi viene letta oggi come un’invasione visuale alla propria percezione della città – murales, street art, graffiti: declinazioni contemporanee di una comunicazione che viene riconosciuta come arte – trova le sue radici in una tradizione pittorica che risale al Medio Evo: quella pittura parietale esterna, strumento per raccontare storie, miti e leggende ai cittadini, nonché per affermare la forza sociale delle famiglie più importanti. Il progetto ha ricevuto un finanziamento nell'ambito del bando “Città delle Idee 2019”, indetto dell’Amministrazione Comunale, finalizzato alla realizzazione di una serie di visite guidate, di cui il volume rappresenta la guida. Con fotografie di Matteo Danesin.
  • Terza raccolta di poesie firmate da Vincenzo De Cunzolo, dopo Suoni Rovesci e Versi Lucani (editi sempre da overview editore), con L'Orologio segna tempo perso Vincenzo si conferma un poeta degli degli affetti e delle sonore nostalgie, di quel mondo trattenuto dall’infanzia “…umile minuscolo tappeto di muschio…”, come lui stesso ama definire la sua terra lucana, si frappone quale ponte fra un passato ancora presente e un presente che confida nel futuro affrontando in questa terza raccolta temi nuovi, attuali, autentici, dolorosi. Un viaggio che tocca punte di eleganza emotiva: “Muto/ mi ritrovo lieve,/ dolore e amore dissolti…” e si compone di frammenti che provengono da echi lontani, da storiche memorie fondate su un contemporaneo disegno: “Nei giorni della vita/ il silenzio/ e tutto l’antico/ desidero/ per ripetere/ orizzonti infiniti/ in un granello/ di sabbia”.
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    La città conquistatrice. Un secolo di idee per l'urbanizzazione, a cura di Fabrizio Bottini Corte del Fontego, Venezia, 2012   La Città Conquistatrice è come, si dovrebbe intuire, anche un sito coordinato fondato e pure per quel poco finanziato, da Fabrizio Bottini, come proseguimento della sua attività di ricercatore free lance (non l’ho inventata io la definizione). È anche una Community Facebook con qualche album di immagini prevalentemente metropolitane che serve da deposito per quelle scelte a illustrare gli articoli e le copertine Ci puoi raggiungere via email a: cittaconquistatrice@gmail.com – risponde l’Editor in persona F.B. 😀😀😀 E sono molto ma molto ma molto bene accette proposte dei lettori per articoli sui temi urbani, territoriali, sociali, ambientali del sito.   Fabrizio Bottini, architetto e dottore in Pianificazione territoriale, ha concentrato la sua ricerca sulle discipline del territorio: il ruolo dell’urbanista, gli spazi della dispersione metropolitana e del consumo odierno, la storia dell’insediamento e gli strumenti di pianificazione. Ha pubblicato numerosi saggi e studi; è stato redattore di Eddyburg; il suo sito è La Città conquistatrice. Tra i suoi testi: Sovracomunalità, (FrancoAngeli, 2003); I nuovi territori del commercio (Alinea, 2005); Spazio pubblico (Ediesse, 2010); La città conquistatrice (Corte del Fontego, 2012).
  • Ne La musica della città dipinta. Dalla Urbs Picta alla Padova Contemporanea (approfondimento de L'Immagine della città. Dall'Urbs Picta alla Padova Contemporanea, overview editore, 2020), l'Associazione Culturale Habitus (in partenariato con le Associazioni Cactus Movie, il quartetto Paul Klee, il comitato padovano del FAI Fondo Ambiente Italiano e l'Università Popolare di Padova) allarga lo sguardo al mondo della musica che sempre accompagna la vita quotidiana. Vengono riportati gli esiti di una sintetica ricognizione condotta dall'Associazione Habitus Progetto Città, in partenariato con il FAI - Fondo Ambiente Italiano, Delegazione di Padova e con l'Università Popolare di Padova, che esplora il tema artistico/storico della decorazione esterna di alcuni edifici padovani. Analizzando il centro storico, il volume illustra l'evoluzione del trattamento delle pareti esterne attraverso quattro diversi saggi, passando dalla decorazione parietale medioevale (a cura di Pier Luigi Fantelli), all'uso dei materiali nella seconda metà dell'Ottocento (Marco Maffei), per arrivare al secondo dopoguerra del Novecento (Enrico Pietrogrande) e concludersi con la street art contemporanea (Antonio Buggin). Il tutto viene arricchito con una serie di riferimenti relativi alle musiche dei rispettivi periodi, di Alessandro Fagiuoli. Viene reso evidente così che ciò che per molti di noi viene letta oggi come un’invasione visuale alla propria percezione della città – murales, street art, graffiti: declinazioni contemporanee di una comunicazione che viene riconosciuta come arte – trova le sue radici in una tradizione pittorica che risale al Medio Evo: quella pittura parietale esterna, strumento per raccontare storie, miti e leggende ai cittadini, nonché per affermare la forza sociale delle famiglie più importanti. Con fotografie di Matteo Danesin. In The Music of the Painted City. From Urbs Picta to Contemporary Padua (an in-depth study of The Image of the City: From Urbs Picta to Contemporary Padua, overview editore, 2020), Habitus Cultural Association (in partnership with Cactus Movie Associations, Paul Klee Quartet, the Paduan committee of FAI, the Fondo Ambiente Italiano, and the Popular University of Padua) broadens the gaze to the world of music that always accompanies daily life.   Volume in doppia lingua Italiano/Inglese - Published in Italian/English
  • Come deve essere pensata una casa contemporanea? Questo volume monografico ripercorre la produzione architettonica dello studio EN-A, attivo a Padova dal 2005. Si tratta di una serie di tredici residenze unifamigliari, per la maggior parte di nuova costruzione. Filo conduttore della ricerca progettuale dello studio è la risposta alla domanda: Come deve essere pensata una casa contemporanea? La risposta che si danno gli architetti sta nella convinzione della "permanenza di valori abitativi consolidati, legati a culture ricchissime e millenarie. La loro continua rilettura ci permette sempre di attingere ad un patrimonio in cui sono ben distinguibili alcune invarianti atemporali. La casa, innanzitutto [...], ha sempre bisogno di un'idea di centro a cui poter far rivolgere le sue varie parti. Può trattarsi di un pieno, quale un camino, una scala o un muro profondo (vedi la tradizione americana), cosi come il vuoto di un patio o di una corte (vedi la migliore tradizione mediterranea e persiana), comunque è bene che questa centralità venga sempre percepita dai suoi abitanti. Nelle migliori tradizioni, questo baricentro non viene mai subito esibito, ma nascosto e protetto da sguardi esterni. È per questi aspetti che continuiamo a riscontrare un forte senso di mistero pervadere le residenze che più ci coinvolgono emotivamente." (da Il tempo grande architetto: elogio dei luoghi filtro e dell'idea di centro nell'architettura domestica, di Edoardo Narne)
  •   Siamo nella Calabria degli anni Trenta del Novecento, in pieno ventennio fascista. Orfano dalla nascita e cresciuto dai nonni materni, Gino ci porta in un mondo ormai scomparso, descritto sinteticamente attingendo dalla propria memoria. In un turbinio di vicende familiari e di vicini di casa, di vetturini e di ferrovieri, di compagni di scuola e di maestri, l’autore ci conduce alla scoperta di squarci di vita intima e sociale, tra descrizioni di giochi di strada, sfilate di balilla, preparazione di dolci tradizionali, amori e turbamenti giovanili: attimi di quotidianità recuperati dalla ragnatela dei ricordi e fissati sulla pagina con piglio neorealista. Il racconto è poetico e spiritoso, filtrato dallo sguardo di un ragazzino riservato cresciuto tra la protezione di una nonna affettuosa e il timore del nonno iracondo, tra i profumi della buona cucina calabrese e quelli dei boschi della Sila. Psicoanalitico nel descrivere emozioni, angosce e turbamenti, affettuoso e sognante nel ricordare momenti di dolcezza e di pace interiore, Gino si alza in volo scivolando sopra gli alberi della Sila per poi ritornare in picchiata verso terra quando, spietato e tagliente, castiga con ironia vizi e debolezze, meschinità e ipocrisie nei caratteri e nella società ma anche, impietosamente, in sé stesso.
  • In questa silloge Maddalena Capalbi genera, tra lei 'integra' e il suo frammentato vissuto, una superficie di contatto sfaccettata fatta di specchi che riverberano, di immagini peculiari e puntuali, infinite scintille di sensitività. I suoi versi sciolti imbrigliano e conducono il lettore per binari insospettati all'acme del senso e della sensualità, rivelando grande impegno nella ricerca di sé, e non solo.
  •   Come fissare la miriade di aneddoti che si intrecciano nella memoria e rischiano di scivolare via nel tempo? Elena Ferron inizia ad appuntarli, invitando poi Rosa Modenese ad intervenire su ogni episodio per rammentare gli aspetti normativi che hanno regolato, imbrigliato e limitato la loro stessa vita all'interno di quelle aule dense di umanità variegata, difficilmente ammaestrata dalle infinite circolari e dalle eterne riunioni collegiali. In fondo, nella scuola, c’è sempre spazio per una salvifica creatività individuale. Questo amaro ma gustoso reportage, calato in anni anche molto recenti, ne è fedele e divertita testimonianza.  
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    Pezzetti di Cielo

    11,90 
    Trenta brevi racconti che rievocano ricordi ed emozioni legate a passeggiate ed escursioni in montagna: Comelico, Cadore, Fanes, Dolomiti di Sesto e Lagorai. Marco Maffei ripercorre con la memoria momenti e luoghi che hanno segnato la sua adolescenza e maturità. Un diario emozionale lungo il quale si coagulano riflessioni su vita, crescita e morte in luoghi spesso segnati dalla Grande Guerra. Il volume è illustrato con le riproduzioni di suoi acquerelli. Per la lettura di una selezione di alcuni racconti su ISSUU vai a questa pagina  
  • Gli stivali evocano il mondo del lavoro ma anche oggetti di culto dal disegno raffinato, veri status symbol. Sono luoghi mentali che rimandano a inciampi della storia, efficaci allegorie dell’oppressione delle dittature; simbolo di fantasie erotiche e feticiste. In mezzo, come escludere una serie di possibili impalpabili sfumature? La poesia trova le parole per tratteggiare i sussulti dell’anima, cui dà respiro e sollievo. Offre soprattutto, come usava nell’antichità, un’occasione preziosa di aggregazione, oggi in forma rinnovata e irrinunciabile. "La poesia è una forma di 'spremitura' di sé. Talvolta assume i connotati di una comunicazione urgente, di un dispaccio, come se ciascun componimento fosse un piccolo manifesto, un'epifania personale da condividere." (dalla prefazione della curatrice)
  • Sappiamo di aver causato l'estinzione di diverse specie viventi attorno a noi. Abbiamo invece rifiutato oltremisura di considerarci responsabili di aver reso invivibile la Terra per la nostra stessa comunità. Il presentimento della fine comincia a dilagare. Si esprime con crescente affanno sugli inevitabili social e riverbera negli approfondimenti socio-filosofici. Se per il pianeta sarà un vantaggio liberarsi di noi, per noi inizia l'era della piena consapevolezza e del potenziale rinsavimento, prima di imboccare l'ultimo tratto di strada verso il temibile epilogo. Le 77 poesie raccolte in questo libro, scritte da 43 poete/poeti diversi, traducono il disagio per il danno arrecato alla natura in un’azione ricostituente che mira a un nuovo equilibrio.  
  • Curioso è l’abbinamento di poesia e pelle: si vorrebbe scarificarle entrambe, ridurre all’essenza le parole, altrettanto scolpite, per farle respirare da tutti i pori! Per arrivare a dire che la poesia fa bene anche alla pelle. Tonifica. Disintossica. Fa bene scriverla, fa bene leggerla. È esercizio cinestetico globale e di mimica facciale. E la poesia ha unghie: graffia. È lametta, e scuoia. La pelle sanguina.
  • Nata nel 2010 da un’idea di Antonio Sarto e curata da Paolo Pavan, la collana Carte di Bordo è dedicata a microstorie di artisti, architetti, poeti, eventi e paesaggi veneti. Il programma editoriale prevedeva uno sviluppo in ventisei piccoli volumi, a documentare un “abbecedario” creativo del nostro territorio. I volumi si coordinano con mostre ed happening presso il negozio / galleria d’arte Illimité, a Mestre. Era prevista un'autonomia progettuale per ogni singolo volume, più che un carattere documentativo degli happening: essi stessi erano infatti pensati come oggetti d’arte, poiché la loro tiratura limitata (cento copie) permetteva di fondere i caratteri più evoluti della stampa digitale con l’intervento ad arte sul volume, tale da dimensionarlo come pezzo unico. La collana si è chiusa dopo le prima quattro uscite, tutte esaurite (giugno-novembre 2010).   VOLUME ESAURITO  
  • Riflessioni e incontri di architettura è una raccolta di saggi frutto di anni di ricerca, in commistione con la didattica, sui maestri del moderno e del contemporaneo. È un piccolo volume, scritto a più mani, in cui trovano spazio considerazioni, interviste e analisi per offrire al lettore un’interessante panoramica sui temi affrontati all’interno del Dipartimento ICEA dell’Università degli Studi di Padova. Con saggi di Isabella Friso, Giovanni Furlan, Maria Francesca Lui, Cosimo Monteleone, Edoardo Narne e Stefano Zaggia, su: Matija Bevk, Daniele Calabi, Charles Correa, Balkrishna Doshi, Sou Fujimoto, Bijoy Jain, Louis Kahn, Bruno Morassutti, Vasa J. Perovic, Eduardo Souto de Moura e Frank Lloyd Wright.
  • Il volume raccoglie gli Atti del convegno Rivoluzione Scuola. Valori Spazi Metodi (tenuto a Padova nel novembre 2014), nato da una serie di riflessioni all’interno del FAI Fondo Ambiente Italiano - Delegazione di Padova e dell’Ordine degli Architetti cittadino, e che si è posto come obiettivo l’osservazione dei problemi adottando un punto di vista diverso dagli usuali parametri. Nel volume gli interventi di: Luigi Cerantola, Tokyo University; Leonardo Ciacci, Urbanista, Università Iuav di Venezia; Laura Anna Pezzetti, ABC Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano; Corrado Poli, studioso e ricercatore sociale esperto in politiche urbane e ambientali; Georg W. Reinberg, architetto austriaco.  
  • Un gruppo di insegnanti racconta come, negli anni '70 del '900, si sia affrontato un progetto di costruzione di una integrazione scolastica, dove le comunità dei ragazzi, degli insegnanti stessi e dei genitori si sono trovate complici di un sogno: la messa in opera di un nuovo modo di fare scuola. L'esempio a cui fare riferimento era stato proclamato pochi anni prima da don Milani e dai ragazzi di Barbiana: non bocciare, costruire una scuola a tempo pieno e dare uno scopo per motivare gli svogliati. Tutto questo in un piccolo comune della provincia padovana, Pontelongo, dove presto arrivò l'ispezione del Ministero per controllare la situazione, che si rivelò molto pìù feconda di quanto non si potesse immaginare: giovanissimi in formazione che si confrontavano, parlavano, scrivevano, impegnati a impadronirsi delle parole e della cultura di una nuova cittadinanza.
  • Con l’emanazione dei Decreti Delegati, nel 1974, alle scuole italiane venne consentito di avviare forme di sperimentazione metodologico-didattica e di ordinamenti e strutture. L’Istituto “Pietro Scalcerle” fu tra i primi ad avviare una sperimentazione di ordinamenti e strutture anticipando aspetti della riforma dell’istruzione superiore che prese avvio nel 2010. La storia di questa sperimentazione non è solo la storia dello Scalcerle, ma è anche un pezzo di storia della scuola a Padova e in Italia.
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    Spazio Pubblico: declino, difesa, riconquista, a cura di Fabrizio Bottini Ediesse Editore, Roma 2010 Abstract: Negli anni recenti anche in Italia si sono rese esplicite le tendenze verso una concezione autoritaria, mercificata, privatistica dello spazio pubblico. Secondo un percorso che sviluppa anche radici e interpretazioni sostanzialmente reazionarie di teorie come quella degli spazi difendibili (1972) o della cosiddetta finestra rotta (1982), saldandole alla più generale tendenza a cancellare tutto ciò che appare estraneo al puro valore di scambio. La stessa involuzione si ritrova nell'idea più generale dei rapporti sociali, alla chiusura e frammentazione della famiglia, dell’impresa, della corporazione, di cui le discussioni sul ruolo relativo dei poteri dello stato o della privatizzazione dell’acqua sono solo alcuni degli aspetti più vistosi. È possibile interrompere questa spirale di deriva autoritaria, mercificata, privatistica, che ci sta progressivamente restringendo un diritto essenziale come quello allo spazio pubblico? Studiosi di discipline sociali e territoriali, amministratori, sindacalisti, rappresentanti della società civile analizzano la questione, iniziando a delineare un progetto per restituire alla comunità i luoghi deputati alla socialità. L'occasione per confrontare e intrecciare punti di vista, discipline e soggetti è stata la Scuola estiva di Eddyburg, nel settembre 2009: una settimana di relazioni, seminari, gruppi di lavoro tematici e, infine, un convegno organizzato assieme alla Camera territoriale del lavoro - CGIL di Padova, con il contributo di Legambiente Padova.   Fabrizio Bottini, architetto e dottore in Pianificazione territoriale, ha concentrato la sua ricerca sulle discipline del territorio: il ruolo dell’urbanista, gli spazi della dispersione metropolitana e del consumo odierno, la storia dell’insediamento e gli strumenti di pianificazione. Ha pubblicato numerosi saggi e studi; è stato redattore di Eddyburg; il suo sito è La Città conquistatrice. Tra i suoi testi: Sovracomunalità, (FrancoAngeli, 2003); I nuovi territori del commercio (Alinea, 2005); Spazio pubblico (Ediesse, 2010); La città conquistatrice (Corte del Fontego, 2012).  
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    Suoni Rovesci

    9,90 
    Suoni rovesci è la seconda raccolta poetica di Vincenzo De Cunzolo (nato in Lucania nel 1959), medico votato alla scrittura. In questa sua nuova pubblicazione De Cunzolo esplora tematiche attuali come le guerre, l'omosessualità, la pedofilia, l'arrivismo privo di scrupoli senza tralasciare i riferimenti al suo mondo personale nel quale i ricordi di eventi dolorosi ancora sono vivi e impregnano le sue emozioni.
  • Bella e tenera, la vita. Poi, inevitabilmente, dura, durissima. In un ciclo incessante, irrinunciabile, che si proietta in un sé/visione, e in poesia, per l’appunto. Una poesia che gode di uno sguardo acuto, ampio e generoso, antropologicamente lucido e rigorosamente rivolto a tutte le componenti del presente e del passato, non solo strettamente personale. Vittoria Cioli nasce a Vinci, luogo di origine di Leonardo, del quale è profonda conoscitrice. In giovanissima età legge per diletto, da autodidatta, scrittori e poeti di periodi e nazionalità diverse, saccheggiando la biblioteca locale. Dopo la laurea in pedagogia con indirizzo psicologico diventa insegnante: la passione per la lettura si espande e fiorisce in scrittura. Questo è il suo terzo volume di poesie, a cui si affiancano numerose presenze in antologie a livello nazionale. Molto legata alla sua città, partecipa con grande passione e impegno ogni anno alla Veglia dei Poeti, organizzata dall’Associazione Vinci nel Cuore.  
  • Tuned Architecture. Harmony, Experience and Architecture, saggio scritto a quattro mani da Vittorio Gallese e Davide Ruzzon, introduce i temi di ricerca che il Progetto Rooms sta esplorando. Il saggio, ora anche in edizione inglese, può essere scaricato direttamente e gratuitamente da questo link: Tuned Architecture in inglese L’armonia, come la bellezza, sono termini pressoché scomparsi dal dizionario dell’architetto, sostituiti dalla meraviglia, troppo spesso prodotta da eccitanti figure o landmarks. Recuperare una concezione basata sul rispecchiamento in terra, nel microcosmo, degli ordini numerici pitagorici rinvenuti nelle stelle, oggi non è certo utile, né necessario. Nondimeno, armonia e bellezza non possono essere espunte dall’orizzonte del progetto architettonico, pena l’irrilevanza dell’architetto, condizione che sempre più si diffonde nel nostro tempo. E' possibile fare questo oggi? Gli sviluppi delle neuroscienze, dagli anni 90 in poi, ci permettono di ricostruire un nuovo rapporto tra il sistema corpo/cervello e l’ambiente esperito. E’, in altri termini, possibile realizzare uno spazio adatto all’uso, profondamente capace di assistere l’uomo e le sue azioni nel quotidiano. Questo saggio esplora questa ipotesi. Buona lettura!    
  • Tuned Architecture. Harmony, Experience and Architecture, saggio scritto a quattro mani da Vittorio Gallese e Davide Ruzzon, introduce i temi di ricerca che il Progetto Rooms sta esplorando. Il saggio può essere scaricato direttamente e gratuitamente da questo link: Tuned Architecture L’armonia, come la bellezza, sono termini pressoché scomparsi dal dizionario dell’architetto, sostituiti dalla meraviglia, troppo spesso prodotta da eccitanti figure o landmarks. Recuperare una concezione basata sul rispecchiamento in terra, nel microcosmo, degli ordini numerici pitagorici rinvenuti nelle stelle, oggi non è certo utile, né necessario. Nondimeno, armonia e bellezza non possono essere espunte dall’orizzonte del progetto architettonico, pena l’irrilevanza dell’architetto, condizione che sempre più si diffonde nel nostro tempo. E' possibile fare questo oggi? Gli sviluppi delle neuroscienze, dagli anni 90 in poi, ci permettono di ricostruire un nuovo rapporto tra il sistema corpo/cervello e l’ambiente esperito. E’, in altri termini, possibile realizzare uno spazio adatto all’uso, profondamente capace di assistere l’uomo e le sue azioni nel quotidiano. Questo saggio esplora questa ipotesi. Buona lettura!    
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    Versi Lucani

    9,90 
    Le poesie raccolte in Versi lucani (qui ripubblicate in una seconda edizione, dopo la prima del 2007) definiscono lo stretto ed intenso legame di Vincenzo De Cunzolo poeta con la sua terra. In questo senso, i suoi testi si configurano come l’articolata descrizione di un complesso paesaggio interiore.  
  • Questo testo è un contributo che apre uno spazio di possibilità al cambiamento per coloro che sono, si sentono e vengono raccontate come vittime di un reato: considerarle comunque come generatrici di interazione nella propria appartenenza alla Comunità. Quindi, questo scritto prende in considerazione le situazioni e le peculiarità di chi è/è stato coinvolto in situazioni di reato, suo malgrado, esplicitando non tanto chi è la vittima (quesito che trova ampio spazio nella letteratura giuridica e criminologica), ma come quest’ultima può essere accompagnata e sostenuta per trasformare l’evento subìto in occasione di dispersione della responsabilità, incremento della coesione nella Comunità e quindi anche di valorizzazione della propria biografia. Sulla scorta dei riferimenti conoscitivi della Mediazione Dialogica, del Paradigma Riparativo e dell’Architetto di Comunità – dunque mantenendo il focus sull’interazione – diviene possibile sviluppare un contributo che si caratterizza per: (1) la presentazione di una disamina critica dell’attuale panorama normativo e teorico; (2) l’esplicitazione dell’esigenza per le vittime; ossia, riconfigurare il ruolo della vittima non solo in quanto tale ma, in primis, in quanto membro della Comunità e in interazione con la stessa; (3) la descrizione di un modello di classificazione degli strumenti operativi della Giustizia Riparativa e la proposta di un intervento ad alto impatto generativo (tra gli altri i Gruppi Dialogici per la Giustizia Riparativa con le vittime di reato).  
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